Diciamocelo sinceramente, questa situazione sta mettendo tutti a dura prova.
Quello che personalmente più mi lascia perplesso è la difficoltà da parte di molte persone di comprendere il cambiamento che stiamo vivendo, perché di questo si tratta: non torneremo più indietro, mettiamocelo bene in testa.
Il cambiamento, già di per sé, implica un'evoluzione, un salto in avanti, una brusca virata verso l'ignoto.
Ciò che è stato non tornerà e ci fa paura quello che arriverà perché ancora non sappiamo cosa ci aspetta.
Quello che è stato, non ci sarà più.
Si sente parlare di ritorno alla vita, di ripresa delle attività, dei campionati sportivi, degli eventi e delle manifestazioni, delle vacanze, ma non ci stiamo fermando a pensare a come si svolgerà tutto questo.
Da qualche giorno mi soffermo a riflettere su quello che sarà: penso che le mascherine e i guanti li indosseremo per mesi, non per giorni o settimane.
Credo che al cinema e a teatro i posti si dimezzeranno, perché dovremo stare seduti su una poltroncina sì e una no, per cui portare la fidanzata per tenerle la mano durante il film o lo spettacolo sarà impensabile.
Lo stesso dicasi per le partite (quando ripartiranno le attività sportive), i tifosi saranno distanziati e non si portanno abbracciare per esultare quando la loro squadra vince.
Mi sto immaginando i concerti con gli spettatori che molto probabilmente non potranno più accalcarsi sotto al palco a ballare e saltare tutti sudati; me li immagino, i concerti, anche da musicista, con il pubblico distante e sparpagliato.
Se poi pensiamo all'immediato, come saranno queste vacanze estive? Molti di noi stanno già scaricando le ferie arretrate, ma alcuni stanno già usufruendo di quelle dell'anno in corso facendosele anticipare. Chi ne avrà a disposizione, dovrà poi fare i conti con tutto il resto: si potrà viaggiare? Ci si potrà spostare? Come staremo in spiaggia? A metri di distanza con guanti e mascherina?
Tutte domande alle quali non abbiamo risposta, anche perché il sistema economico dovrà cambiare e noi con esso; mi sembra abbastanza chiaro che il modo in cui abbiamo fin qui vissuto non sia esattamente in sintonia e in armonia col pianeta che ci ospita.
Questo isolamento forzato sta mettendo in discussione tutto il sistema a cui siamo abituati e tutto ciò su cui si basano le notre vite oltre a dimostrarci che molto probabilmente il nostro stile di vita precedente non era poi così sicuro, ma soprattutto non era decisamente corretto per la nostra permanenza su questa sfera.
Da inguaribile ottimista, però, vedo anche dei risvolti positivi in tutto questo. Forse me li sto solo immaginando, ma mi piace pensare realisticamente con una visione utopica anziché distopica del futuro.
In tutto questo, vedo varie possibilità che ci vengono concesse in questo momento e che secondo me dovremmo sfruttare a nostro vantaggio.
Una di queste è che l'isolamento ed il distanziamento sociale stanno facendo apprezzare molto di più il fatto stesso di vivere le nostre case e le nostre famiglie (o la nostra solitudine per chi ha questo tipo di vita).
In altri casi invece c'è chi si sta rendendo conto che stare in casa con la proria famiglia (o in totale solitudine) è una sofferenza, come una sorta di prigione perché la propria vita, evidentemente, non è lì ma altrove.
Qualunque sia il sentimento che si prova a stare in isolamento nella proria casa, porta comunque ognuno di noi a riflettere sulle proprie scelte e a prendere coscienza e consapevolezza.
E' uno strumento molto utile perché attraverso questa fase ci si rende veramente conto se le scelte fatte in passato sono corrette oppure se, quando usciremo, dovremo prendere decisioni diverse da quelle precedenti.
Ad ogni modo, questo frangente deve essere utilizzato per analizzare le proprie scelte e decidere se assecondarle perché ritenute corrette o se, al contrario, rivederle e correggerle. Una terza alternativa ci dice che eventualmente potremmo continuare come abbiamo sempre fatto, andando quindi avanti a fare finta che vada tutto bene adeguandoci in modo arrendevole.
Penso che l'occasione che ci viene data di poterci fermare ad analizzare le nostre vite vada colta e che dobbiamo avere la forza ed il coraggio di ammettere i nostri errori per correggerli, oppure di prendere coscienza del fatto che le scelte effettuate sono per noi corrette andando avanti sulla strada che abbiamo scelto maturando una consapevolezza maggiore.
Se capiamo che ci viene data un'occasione per migliorarci, possiamo evolverci come individui. Ciò non significa essere egoisti, ma sviluppare un amor proprio tale da consentirci di capire chi siamo veramente, di accettarci per quello che siamo e di condividerlo accettando a nostra volta le altrui peculiarità.
Chi non capirà non si evolverà e resterà intrappolato nel passato venendo tagliato autoamticamente fuori da tutto quello che il futuro riserva a chi, invece, è propnto a mettersi in discussione.
Sapete che cosa significa amare l’umanità? Significa soltanto questo: essere contenti di noi stessi. Quando uno è contento di sé stesso, ama l’umanità. (L. Pirandello)
Comments